GRAZIE AI MIEI GENITORI, ANZI AI MIEI ANTENATI…..


Da Voi ho avuto la vita e tutti quei frammenti fatti di storie , di giochi d’infanzia, di personaggi raccontati , di cui immagino i volti , alcuni dei quali perfino ricordo appena i contorni….
Immagino il vociare per le scale di palazzi antichi , le strade, le salite, i prati ancora là, senza cemento, con i papaveri, le fontanelle, i giardini con la siepe profumata , i cancelli, i muretti……..
Frammenti di cui ho vissuto per racconti, ormai quasi leggende, personaggi da favola, ognuno con la propria stranezza, sembrava quasi di visitare un mondo a parte eppure mi sembra che ero già là anch’io, già presente a quelle birichinate ingenue, agli aneddoti di un paese in guerra, dal carrettino delle carrube al gioco…come si chiamava quel gioco, .forse “nizza”?

Grazie a te nonno, avo mai conosciuto, circondato da un aura che ancora adesso incute rispetto, sempre è trapelata dai tuoi figli una severa bonarietà, un senso del dovere di altri tempi , un timore reverenziale di quel “babbo” di cui immagino avrei amato quegli occhi neri profondi, quello sguardo che chissà come si sarebbe posato su di me…. so che ci saremmo amati se avessimo potuto..

Grazie a tutti i miei antenati e alle loro scelte obbligate, dolorose, ai loro viaggi ed esili, alle incuranze di un tempo che non guardava tanto per il sottile , perché necessità superiori incombevano e i piccoli destini si intrecciavano con la grande storia, ma proprio quelle scelte ora mi fanno essere qui, in questo tempo e portatrice, dentro, di tutti questi frammenti, di tutte queste esistenze fatte di scelte impellenti, eppure per tanti tratti gioiose, di quella spensieratezza , di quella ingenuità che auspicherei, oggi, per noi , che proviene dal poco da spartire e dal tanto da sognare…

Grazie a queste due famiglie che si sono intrecciate e confuse dietro ai destini dei miei genitori e di cui ho vissuto la pienezza di un unico grande pazzo clan, un pò circense, rocambolesco e poetico, ma di cui mi strugge dentro una tenerezza infinita….

Grazie a coloro a cui non ho potuto mai dare voce piena, che non ho mai potuto conoscere , perché tanto indietro in un tempo che non ne ha potuto fissare i volti né i nomi. Ma so che sono sbriciolati dentro di me in tante schegge anonime e sparse, a cui non so dare provenienza né origine, ma è sicuramente vero che da tutti loro provengo, ed io loro onoro da lontano in questi scampoli di anno vecchio , questa fila di avi che immagino alle mie spalle, prima bambini e poi adulti e poi nei loro intrecci d’amore , di progenie e di morti…e che adesso forse vegliano, svegliandosi, dentro di me.

Grazie a quelli che non sono potuti nascere e coloro che appena nati ci hanno lasciato, vi amo tutti e a voi tutti riconosco un posto in questa tribù scombinata.
Non mi avete lasciato mai, ora lo so. Per questo ora vi guardo tutti , una grande fotografia di gruppo, uno per uno . Per sentirvi finalmente tutti miei, per sentirmi, amorevolmente, vostra.

7 commenti:

Elena ha detto...

Auguri anche a te, Iaia. Ora mi sento anche io un pezzettino di questo brillante mosaico che hai realizzato. Mi sono chiesta per giorni perchè avevi scelto questo quadro, proprio questo e non un altro. Ma poi il vociare per le scale di palazzi antichi mi ha svelato tutto. Credo che quel vociare non fosse altro che passione, sangue, colore, vita, la stessa vita in cui siamo noi, anche se con colori diversi. Tutto ciò traspira odoroso da questo bacio.
Sono felice di far parte della tua tribù. :-))

EVA ha detto...

Guardandosi dentro si capisce che non nasci dal nulla e che nel passato e nel tuo presente è giusto non dimenticare le proprie radici, per poter andare avanti con baldanza e sicurezza. Una volta si onoravano i LARI, protettori del focolare. Io credo che chi ci ha lasciato non sia mai andato via, e chissà quante schegge della nostra personalità sono frutto di antichi progenitori, ma anche di coloro che non sono nati (capisci cosa intendo?) e che ci hanno accompagnato con la loro assenza lungo sentieri che altrimenti non avremmo preso. Le scelte dolorose sono maestre e conducono per mano e ci fanno essere quello che siamo. Per questo la colpa non esiste, chi può sindacare sulla nostra fragilità? Non c'è niente da perdonare, intendi? Solo da accettare quello che è stato come "giusto" per noi e per il cammino che dovevamo intraprendere.
Mi piaceva poi dare un posto agli assenti, agli esclusi, e tenerli con noi in un tenero amorevole abbraccio ... è come far tornare tutti i tasselli a posto e far si che ognuno sia perfetto così com'è senza dover essere qualcun altro. Auguri per un anno di rinnovamento , di poesia, di bellezza e, naturalmente di Amore

Elena ha detto...

Torna presto, Iaia!

EVA ha detto...

Si, ammetto, le ultime vicende mi hanno "arrugginito", ma non spento. La malattia, più che del corpo, è malattia dell'Anima, ti scollegga e azzera tutto. So che è benefico, anche se avrei potuto trovare un altro modo....difficile è trovare l'insegnamento autentico di una esperienza, seppur banale, in fondo. Sto elaborando.......ma torno. Non dubitare....Un bacio

Elena ha detto...

So che quando tornerai, lo farai alla grande, come si addice ad un'Anima densa, come quella che ti porti dietro
Ti aspettiamo
Un bacio
:-)

Anonimo ha detto...

ho letto di nuovo l'articolo su i tuoi genitori e antenati.E veramente bello.hai saputo descrivere la vita che si faceva (come si suol dire) ai nostri tempi. E' quasi come se tu li avessi vissuti.Erano veramente cosi come li descrivi. ilvociare per le piazzette,il cantare per le scale e nelle case, il chiamarsi da una finestra all'altra.E' vero non erano bei tempi. però erano molti allegri, brava.sei forte. baci mamma uvi.

Anonimo ha detto...

E' vero come ha detto ha Elena siamo una bella tribu'. Un po' matti come in quella commedia inglese:Non mi ricordo mai il titolo. Però anche molti simpatici ed estrosi.Ciao iaia baci dalla tua mamma uvi.mamma