SULLA DESCRIZIONE DELLA VALLE DELL'AMORE

"Continuò l'upupa: "Dopo la prima valle, si presenta quella dell'amore. Per entrarci bisogna immergersi completamente nel fuoco, anzi si deve essere fuoco, poichè altrimenti non ci si potrebbe vivere. Il vero amante deve essere uguale al fuoco, bisogna che abbia il viso infiammato e che sia cocente e impetuoso come il fuoco. Per amare non bisogna avere secondo fine,bisogna essere disposti a gettare volentieri nel fuoco cento mondi, non bisogna conoscere la fede nè l'infedeltà, non bisogna avere dubbi nè certezze.
In questa strada non ci sono differenze tra il bene e il male, con l'amore non esiste più il bene nè il male."
O tu che vivi nell'incuranza! Questo discorso non ti toccherà, tu lo respingi e i tuoi denti non possono morderlo. Colui che agisce lealmente gioca denaro contante, gioca la propria testa per unirsi al suo Amico. Gli altri si contenteranno della promessa che si farà loro per il domani, ma quello riceverà la cosa in denaro contante.
Se quello che s'impegna nella via spirituale non si consuma per intero, non potrà essere liberato dalla tristezza che l'opprime.
In questa valle l'amore è rappresentanto dal fuoco e il fumo è la ragione.
Quando l'amore viene la ragione fugge il più presto possibile.
La ragione non può coabitare con la follia dell'amore, l'amore non ha niente a che fare con la ragione umana.
Solamente se acquisterai dal mondo invisibile una vista veramente retta potrai conoscere la fonte dell'amore misterioso che ti annuncio.....Se possedessi la vista spirituale del mondo invisibile, anche gli atomi del mondo visibile ti sarebbero svelati, ma se guardi con l'occhio dell'intelligenza umana non comprenderai mai come si deve l'amore. Soltanto un uomo provato e libero può avvertire questo amore spirituale. Se tu non hai l'esperienza voluta non sei veramente innamorato, ma sei morto. Non sarai adatto all'amore.
Bisognerebbe che colui che si impegna in questa via abbia migliaia di cuori che vivono per amore, affinchè ad ogni istante possa sacrificarne a centinaia."


FARID AD-DIN 'ATTAR "LA LINGUA DEGLI UCCELLI" (1230 d.C.)
un classico della letteratura sufi.

1 commento:

Elena ha detto...

è tutto così "reale"