FLIPPY, UNA PICCOLA FAVOLA (VERA)


Isola della Maddalena, Sardegna. Siamo nel mese di giugno. Fa già caldo, i turisti sono ancora scarsi, sembra un paradiso quell’aria, quell’energia potente che ti rinnova ad ogni respiro, che ti guarisce ad ogni sguardo che spazia su quei colori, quegli odori, quel vento salato e caldo .
Un albergo un po’ isolato, un punto riparato, dove piccole casette di antichi pescatori e un piccolo molo sembra fermare il tempo.
Un cagnolino corre per la strada, minuscolo nero irrefrenabile, ma solo.
Ci fermiamo, io ed una mia amica di viaggio, chiedendoci ad alta voce cosa può mai fare un cagnolino solo lì da quelle parti. Ci rivolgiamo direttamente a lui: “Ti sei perso? Da dove vieni?” Poverino, ci diciamo, cosa facciamo? Avrà fame?
Fatto sta, che ogni sera, verso le 18, veniva nel giardino dell’albergo a trovarci, si sedeva con noi e noi sempre compassionevoli, turbate, a chiederci se portarlo via, come accudirlo. Che fine farà? Lo adottiamo? Come possiamo fare? ..E avanti di questo passo.
Una sera, come sempre, il cagnolino è lì, da noi, a farci la consueta visita.
Ad un certo punto, si allontana sulla strada e inizia ad abbaiare forsennatamente, verso la nostra direzione, come per dire: “Che fate, mi volete seguire, o no?”.
Cosa vuole? Ci chiediamo guardandoci l’un l’altra. Ma il messaggio è chiaro: sta cercando di comunicarci insistentemente qualcosa. Che facciamo, andiamo?
Andiamo.
Cominciamo a seguirlo. Di corsa, perché lui corre come un matto. Non possiamo fare altro, anche perché abbaia talmente forte, così piccolo com’è, che non da tregua. Vuole proprio che gli diamo retta, e subito. Sembra anche avere una gran fretta.
Il cane corre davanti a noi. E noi dietro. Ogni tanto si ferma, si gira, si accerta che siamo sempre lì, e riprende la sua corsa.
Ad un certo punto s’infila in un cancello, una casa rosa, una bimba ad un balcone che grida: “Flippy ! Flippyy!”.
Ci fermiamo, basite e incredule. Ci siamo ammutolite. Flippy aveva capito tutto, compresa la nostra preoccupazione per lui, e ci ha voluto infine rassicurare. Oppure ha voluto salvare se stesso dalla nostra zelante compassione?
“Vuoi vedere che “ste” due mi portano via davvero? “ .

Non mi sono mai sentita così scema.

10 commenti:

Elena ha detto...

Che storia fantastica, Flippy si è preso cura di voi..
Da raccontare a grandi e piccoli
:))

Anonimo ha detto...

Una storia tremendamente tenera. Non sarei della stessa opinione nel sentirmi scemo per una vicenda che ha il sapore dell'incredibile; se non altro per questa intesa fra il mondo degli uomini e quello degli animali.

L'insegnamento che ne traggo è che, a volte, è più facile farsi capire dagli animali piuttosto che dalle persone.

E' una storia che racconterei volentieri anche a scopo terapeutico o di insegnamento. Amabile e piacevole.

EVA ha detto...

Si, veramente una storia fantastica che non dimentico mai, perchè comprendo sempre più come siamo lontani dalla verità della nostra presunta "conoscenza". Perchè conoscere è anche "sentire" con il cuore. Il piccolo Flippy ha sentito e ce l'ha dimostrato.
E' vero, non dovrei sentirmi "scema", ma ancora una volta (se ce ne fosse ancora bisogno) teneramente meravigliata.

Anonimo ha detto...

Non credo che siamo tanto lontani, piuttosto ho la sensazione che siamo distratti.

"Sentire con il cuore...
Teneramente meravigliata..."

C'è qualcosa di veramente straordinario in queste parole.

EVA ha detto...

Grazie dei bellissimi commenti....chissà chi sei...ti conosco "anonimo" o "anonima"?

Anonimo ha detto...

C'è una bellezza, come dire, quasi "palpabile", nei racconti che ho letto qui. Non credo che i commenti possano essere belli quanto l'illusione dei momenti che accompagnano i passaggi in questo posto.
Sembra tutto soffice, niveo, incontaminato, come un paesaggio innevato non ancora violato da passi insolenti

Elena ha detto...

Io ho come l'impressione che l'anonimo commentatore abbia a che fare con il Signor zotico, ma potrei sbagliarmi, naturalmente...
:-)
Un abbraccio

EVA ha detto...

Siamo cercatori d'oro nelle miniere della nostra anima dove speriamo di ricavare un pò di bellezza , un passo più leggero, discreto , che deriva dal significato che ogni piccola cosa della vita terrena racchiude...e tra cercatori di tal fatta ci si intende ......come un andare oltre ,tornando però volentieri indietro a guardare con occhi nuovi, quelli antichi, di bambini, per ripartire con un pò di pepite nelle tasche....assai preziose perchè sono nostre, ma in fondo si somigliano un pò tutte...ed hanno tutte quello splendore, quel luccichìo!

Anonimo ha detto...

L'universo si manifesta e scompare senza parole, siamo noi ad inventare una voce al suo terribile silenzio. Spesso dovremmo solo ascoltare.

Elena ha detto...

Si credo anche io che tra cercatori, ci si riconosca. Dal luccichìo...
Un abbraccio