LA SOLITUDINE APPARENTE

Una indefinibile irrequietezza …. ancora adesso talvolta mi prende.

Momenti di completa estraneità, un quasi “esilio”, sentirsi costantemente “fuori posto”. Ricordo periodi di invisibilità, senso di inadeguatezza, voglia di fuggire.

Quando tutto sembra ostacolarti, un baluardo insormontabile ti separa sempre di più dal resto del mondo, e ti impedisce di socializzare serenamente. Cerchi di capire, cerchi un senso, significati, i perché : ma cosa diavolo dovrei essere ?

Questa ricerca per molto tempo è convulsa, non riesco a portarla avanti con leggerezza; mi rendo conto che mi muovo a fatica, con impaccio. Tutto sembra complicato, non riesco a scivolare lieve, ad accarezzare la Vita.
Non so cosa voglio veramente e non so nemmeno come dovrebbe essere questa esistenza per sembrarmi accettabile, vera, intonata. Sensata.
Eppure non mi manca nulla.

Ci sono stati momenti di resa totale.

Non è una cosa da cui puoi tornare indietro tanto facilmente la Vita: recedere è tanto impegnativo quanto viverla.
Cerchi perciò gusci in cui proteggerti, la serenità in una vita “normale”.

Poi all’improvviso non ne puoi fare a meno e ti trovi in un tale buio….
La sensazione è inaspettata, perché in quella grande paura, in quel vortice, in quelle lacrime, provi anche sollievo, chissà… una specie di leggerezza dell’Anima.
Cerchi solo di liberarti da ciò che non ti rappresenta.
Ognuno poi reagisce secondo la propria storia.
Alcuni decidono di mettersi “in viaggio” e di sfidare il silenzio.

Chissà perchè il cammino verso la semplicità passa attraverso percorsi tortuosi, strade scoscese , baratri e cime da conquistare…… chissà perché non impariamo dai bambini che sanno tanto bene come fare, beati loro…….Sono quello che sono e basta, come una rosa è una rosa e non può essere una margherita….

In fondo la disperazione della solitudine , quella di non riuscire a condividere emozioni , fragilità così grandi che ti annichiliscono, e sanno di follia, è una solitudine apparente, ora lo capisco. Per molto tempo credi fermamente che il tuo disagio sia unico, invece ora sai che non è così, e che invece tutti noi, senza distinzione alcuna, viviamo questo esistenziale smarrimento.

Perché di fronte al mistero della Vita tutti ci sentiamo piccoli e soli.

E’ così: siamo tutti bambini e non smettiamo nemmeno un momento di esserlo, malgrado ce ne dimentichiamo .
E non comprendiamo mai quando succede. Qual è la frase, la situazione, l’immagine o il gesto che ti fa decidere di metterti un vestito non tuo?
E allora ecco che dimentichiamo la spontaneità, la strafottenza e la baldanza e chissà quanto altro…..tutto quello che viene dall’infischiarsene del giudizio altrui .
Ma in fondo, “dentro”, a dispetto di tutto , quel bambino vive sempre e ci parla adesso come ci ha sempre parlato in tanti anni in cui siamo stati sordi e distanti e distratti……
Per questo dovremmo dare un gran fastidio, creare turbamento, scompigliare tempi , disorganizzare spazi e rompere silenzi, mantenendo sempre un sottile, palpabile , ironico filo di incoerenza.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

ma che razza di figlie ho mai generato? Scrivono (direi molto bene), filosofeggiano sul vivere,sull'amore, dell'amore di conoscenza e con un piglio come di chi sa di cosa parla....comunque un applauso a tutte e due...
papi

EVA ha detto...

Grazie papi. E grazie mamma. (So che la pensa come te). Vi voglio bene.

EVA ha detto...

http://decadentdays.splinder.com/post/5849681

Anne ha scritto il
mercoledì, 28 settembre 2005
(E' incredibile quanto sia vero che la nostra solitudine è apparente....)

Mi capita a volte di pensare a quanto siamo soli. Sì, ci sono altri individui intorno a noi: con alcuni riusciamo a stabilire un buon livello di comunicazione, con altri abbiamo un certo grado di sintonia che ci permette di comunicare emozioni con gesti e sguardi, ma ognuno di noi è, in definitiva, solo con i propri pensieri, e nessuno, per quanto possa esserci vicino o possa volerci bene, potrà mai riuscire a leggere fino in fondo dentro di noi, vedere un oggetto, provare un sentimento, pensare una parola o un qualsiasi concetto nel nostro stesso, identico modo.

Non è affascinante, e allo stesso tempo terribile? Ognuno di noi rappresenta il suo piccolo universo, siamo delle entità completamente autonome, separate, estranee l'una dall'altra...

A volte però basta un gesto, uno sguardo, e ci sembra di essere così vicini, per un attimo possiamo illuderci e credere che due anime possano essersi fuse...

Ed è sorprendente quanto a volte una persona che non ci conosce affatto, o un semplice conoscente, riesca ad indovinare di noi grazie ad un nonnulla, in un attimo, cogliendo delle cose che chi ci vive fianco a fianco non nota, perché accecato dall'immagine che ha costruito di noi e dalle aspettative che proietta sulla nostra persona...