IL MASCHIO ENIGMATICO




Chi è, cosa pensi e soprattutto cosa “senta”, nessuno lo sa. Cosa giri nei percorsi straordinari della sua psiche, in quali tempi viva e in quali spazi, è impossibile dirlo.
Sempre più per me è un mistero.
Perché perdere tempo a studiare gli alieni?

8 commenti:

Elena ha detto...

Mi sembra di essere giunta all'intuizione che l'umanità è fatta di tanti misteri vaganti per i giorni. C'è chi si interroga sul proprio personale mistero e chi si rifiuta di farlo, ma sempre mistero rimane. Certo sforzarsi di capire o almeno avvicinarsi a chi non si fa domande diventa un compito inarrivabile. E francamente non ne vedo neanche il senso. In generale. Ma poi c'è sempre il particolare. Ed è sempre il particolare che ti taglia la strada.

Anonimo ha detto...

Ma chi c’è, più di quel maschio enigmatico, che rende fantastica la realtà, altrimenti immiserita dalle solite piattezze della vita quotidiana?

E mi viene proprio da ridere....

Credo che in esso – il maschio enigmatico - si possano ritrovare delle verità, l’essenza di un bambino affettuoso, o di un ragazzo mattacchione, oppure di un uomo un po’ rude, scorbutico, brontolone, musone, orso, ma anche allegro, amante delle belle cose belle, spesso troppo responsabile, qualche volta eccessivamente irresponsabile, custode, saggio, inaffidabile, sentimentale, amante, sognatore impossibile, prosaico, disincantato, incantevole, ingannevole, poetico, romantico, maleducato, misterioso, osceno, talora addirittura timido...

Le donne spesso si illudono che gli uomini pensino come loro, nutrano le medesime fantasie, i medesimi desideri. E per questo motivo che spesso rimangono deluse nel rendersi conto di avere a che fare con persone profondamente diverse da loro stesse.

Allora, quel bambino troppo coccolone, quel ragazzo ancora giocherellone, quell’uomo che non dice, che si abbandona a pensieri stravaganti, a sogni intergalattici, a metamorfosi aliene perché non lo lasciamo giocare al Capitano Kirk e ai suoi viaggi interstellari alla ricerca degli extraterrestri?

Credo che sia molto meglio che si dedichi a questo divertimento innocente piuttosto che si trastulli giocando a funeste guerre... non è anche Lei dello stesso parere?

Mi perdoni una curiosità: ma Lei, per tenerlo occupato (rido) questo MASCHIO ENIGMATICO, cosa proporrebbe?

EVA ha detto...

Touchè!!!!!

(si scrive così?)

EVA ha detto...

C'è sempre una parte di noi che non si fa domande, e mi chiedo se il maschio di turno non ci venga incontro proprio per svelare questo mistero....altrimenti perchè taluni (RARAMENTE), mi attirerebbero nel loro mondo ? E anche quelli che si fanno domande, (veramente pochi...)mantengono chiuso uno scrigno che io mi intestardisco di voler aprire. Forse mi riguarda più da vicino di quello che non pensi, però sui "maschi" veramente mi "incarto"....Forse meglio scegliere, come dici tu, di interrogarsi solo sul proprio di mistero. Magari così riusciamo a svelare anche il loro...

EVA ha detto...

Non voglio tenere occupato nessuno, signor Anonimo...sono io che a volte occupo il mio tempo facendomi domande.

E rido perchè mi dico: "chi te lo fa fare? Pensa per te e ai tuoi di enigmi...."

Anonimo ha detto...

Sicché, deduco dalla Sua affermazione, Lei è una persona enigmatica? Sorrido con piacere....

Non crede che gli uomini per le donne (e le donne per gli uomini) rappresentano l'imprevedibile, l'imponderabile, la variabile non determinata e non determinabile che le fanno PIACEVOLMENTE "incartare"?

Non sono affatto toccato, bensì divertito!

Si fidi: negli uomini non c'è assolutamente nulla di interessante.
Rido.

Sorrido.

Elena ha detto...

Intersezione:

L'inconoscibile

Inconoscibile. Sforzi del soggetto amoroso per capire e definire l'essere amato "in sè", come tipo caratteriale, psicologico o nevrotico, indipendentemente dalle peculiari cognizioni del rapporto amoroso.

I. Io sono prigioniero di questa contraddizione: da una parte, credo di conoscere l'altro meglio di chiunque (...); e, dall'altra, sono spesso colpito da questa evidenza: l'altro è impenetrabile, sgusciante, intrattabile; non posso smontarlo, risalire alla sua origine, sciogliere il suo enigma. Da dove viene? Chi è? Mi esaurisco in sforzi inutili: non lo saprò mai.
(...)
II. Prodigarsi, adoperarsi per un soggetto impenetrabile, è religione pura. (...) Quindi, non mi resta altro che volgere la mia ignoranza in verità. Non è vero che quanto più si ama, tanto più si capisce; ciò che l'azione amorosa ottiene da me è soltanto questa cognizione: nell'altro non c'è nulla da scoprire: la sua opacità non nasconde affatto un segreto, ma semmai una sorta di evidenza, nella quale si annulla il gioco dell'apparenza e dell'essere. E quindi cresce in me lo stimolo ad amare qualcuno che sia sconosciuto e che tale deve restare per sempre: impulso mistico: io accedo alla cognizione dell'inconoscibilità.
(...)

(Roland Barthes, "Frammenti di un discorso amoroso")

EVA ha detto...

Roland Barthes mi ha risposto,indubbiamente ....non c'è altro da aggiungere, almeno credo. Se non l'ultimo dubbio,se questa inconoscibilità dell'altro
sia la nostra attrazione verso l'assoluto mistero del nostro stesso esistere,quel qualcosa che di noi ci sfugge ed è esistenzialmente irraggiungibile...Ma il chiederselo già presuppone una risposta affermativa.