LE NOSTALGIE DI TERESINA


Mi sembra di vederla, lei, nata nel 1930, in mezzo ai suoi monti, l’aria frizzante, le corse per i prati e la certezza di averle tutte vinte, lei che era l’ultima della nidiata, la più piccola , così viziata e coccolata…

Io che l’ho conosciuta alle soglie del 2000, non posso non vederla sempre così, eterna bambina, piena di stupore, con la gioventù che non la lascia perché ha quel modo aristocratico di fare i capricci per un desiderio di salmone a colazione e lo stesso entusiasmo nel doversi adattare in una stanza a 4 letti con un bagno solo, sempre divertita e partecipe nell’arrangiarsi, nell’adattarsi a tutte le situazioni. Credo che abbia l’avventura dentro, lo spirito di una esploratrice.
Spesso però si ritira anche, in preda ad austeri timori, incomprensibili tentennamenti, dubbi spiccioli, repentine insicurezze che disegnano come una parte ombrosa, più lunare. Il suo è un palcoscenico , ma discreto, un mettersi in evidenza di chi si ritira in un angolo, per non confondersi troppo: spesso divent a un’aristocratica presenza, critica spettatrice che osserva il mondo da un angolo privilegiato, superiore.

Ha le sue pretese, Teresa, non molla nelle sue impuntature e poi si contraddice con inaspettati cedimenti, scrupoli, rimorsi…..quasi altalenando tra i propri desideri e la realtà con la quale è necessario fare sempre i conti, che non sempre può essere plasmata secondo la propria volontà. Ed è a questo limite che inaspettatamente spesso si arrende.

“Come stai Teresina?” – “Bene, bene con le mie nostalgie, ma quelle sai ci stanno sempre…tu mi conosci”. Questa è la sua risposta di sempre. Quelle sue malinconie che sembrano accompagnarla a braccetto, sono i ricordi dell’appena trascorsa vacanza, ma anche ricordi più lontani, che si perdono dietro a tempi più felici, progetti interminabili, quando la vita sembrava scorrere ai suoi piedi, mansueta, era “la” vita anche se con il suo pesante prezzo da pagare.
Ha avuto, Teresina, l’amore , l’ha rincorso il suo sogno, certo, ma ha anche pagato, ha piegato la testa e l’ha alzata, non si è fatta mancare nulla, strafottente e umiliata allo stesso tempo. Vittima e carnefice per la fame di vita.
“Vivi!” mi dice. Questa semplice frase spesso mi basta per rimettermi in riga.

La sua vita attuale non è banale, per quanto la sua irrequietezza la renda scontenta.
Il suo essere incontentabile fa parte del suo eterno bisogno di qualcosa di più, sempre.
“E’ la mia famiglia” e si illumina orgogliosa dei nipoti, dei pronipoti , belli come il sole che addolciscono tutte le sue spigolature. Si ammorbidisce inaspettatamente, e questo sollievo la ricarica all’improvviso di fiducia verso l’avvenire, di nuovi progetti, nuove esperienze …..

Quando l’ho conosciuta, ancora fragile, sembrava annaspare per cercare un senso alle sue perdite, e non vedeva la ricchezza che doveva imparare a riconoscere dentro di sé.
Da allora si è ripresa la sua forza, forse ha capito che la vita è bella di per sé, senza che nessun altro possa dargli un senso, tranne lei stessa.
E le sua nostalgie, io le so, le conosco. E’ quella esistenziale impossibilità di acciuffare la vita per intero , sempre quel pezzetto che sfugge, che scivola tra le dita, come tirato via dal vento e che quando sembra sia lì, sia nostro, è già lontano, imprendibile.

Teresina che le sue nostalgie sono anche le nostre, privati tutti come siamo di qualcosa di indispensabile, di indelebile che ci è rimasto stampato nell’anima.
Teresina che forse sa o forse no che quella è la sua ricchezza, il suo tesoro, quel aver avuto, l’aver vissuto sconsideratamente.
Teresina che mi insegna, mi sorprende e mi diverte. Mia confidente imparziale, ascoltatrice segreta dei miei turbamenti.
Chissà perché, finiamo spesso per comprare le stesse scarpe, e questo è simbolico: forse, penso , entrambe metteremmo volentieri le ali ai piedi.

9 commenti:

Anonimo ha detto...

Come spesso accade, l’identità è una cosa complicata, resa ancora più confusa da questo modo assurdo di vivere.
Quando mio padre era bambino, viveva una vita che non era diversa da quella che aveva vissuto suo padre, né da quella che aveva vissuto suo nonno. Oggi la vita ha subito, in pochissimo tempo, dei cambiamenti radicali; spesso si ha la sensazione di non riuscire proprio ad acciuffare la vita per intero, a permearne la realtà, a riconoscere ciò che è dentro ciascuno di noi.
Per cosa?
Per quale motivo?
Perché bisogna correre: dobbiamo sbrigarci.

Siamo ingannati dai media, dal loro linguaggio, dai costumi che si sono imposti nella nuova (preferivo la vecchia) società, dalle strutture sociali dell’uomo. È necessario allora capire davvero cosa significa quel “vivi”, c’è bisogno di Teresina, per (ri)scoprire, poeticamente, l’istintiva voglia di libertà che è in ciascuno di noi.

Teresina dei nostri amori.
Teresina delle nostre insoddisfazioni.
Teresina delle nostre nostalgie.
Teresina sconsideratamente saggia.
Teresina insegnate.
Teresina confidente.
Teresina calzolaia.


Teresina che sorride.

EVA ha detto...

Si,tanto ingannati da non riconoscere i nostri bisogni, i nostri desideri, rincorriamo tutt'altro, impieghiamo le nostre energie, il nostro denaro, il nostro tempo correndo dietro a ciò che non ci rappresenta. E così non buttiamo il cuore oltre l'ostacolo...

Teresina sognatrice.

Anonimo ha detto...

Già, “Buttiamo il cuore oltre l’ostacolo…”. Mi piace!

...e poi c’è il business nella nostra società: non dimentichiamolo! Esso non contempla che Teresina abbia dei rapporti interpersonali. Non prevede che Teresina possa correre in mezzo ai verdi prati. Non tiene conto che Teresina possa essere piena di stupore e meravigliarsi per una margherita (magari vicina ad una cartaccia - simbolo della nostra becera incuranza cittadina). Non considera che la vita di Teresina sia fatta anche di nostalgie, di emozioni. Non presuppone che Teresina possa avere dei nipoti e dei pronipoti. Non ammette che Teresina possa rincorrere l’amore nei suoi sogni.

La vita non può essere bella di per sé. Il solo ed unico senso della vita di Teresina è il business.

Se fossi sicuro che non lo avesse già letto, consiglierei, a Teresina, “E venne chiamata due cuori”.

Teresina incantevole.
Teresina incantata.

Elena ha detto...

ciao all'anonimo signor zotico e alla sognatrice padrona di casa :))
a me questa vita qui piace tanto così com'è, perfettamente imperfetta
non credo che la "vecchia vita" fosse priva di brutture, di insoddisfazioni, frustrazioni, e di violenze terribili, silenzi obbligati da tradizioni imposte e subite senza possiblità di esprimere la libertà che istintivamente appunto ognuno di noi cerca; anche nella sua maggiore lentezza o in diversi costumi
anche in questo mondo sconclusionato tutti noi finiamo prima o poi per dare ascolto a ciò che realmente siamo
è inevitabile
chi non lo fa non l'avrebbe fatto nemmeno nei bei tempi andati

EVA ha detto...

Si, Teresina non è un riferimento sul passato, ma sulla forza che viene da dentro, un omaggio all'età che non ha età. E'la dimostrazione che non c'è una età giusta per crescere ma che si cresce fino a che la vita ci respira dentro...

Teresina che cammina a piedi nudi e in calzoncini corti....

EVA ha detto...

l'accelerazione forsennata di oggi certo non aiuta....ma forse le distanze e l'incomunicabilità di un tempo nemmeno....

Elena ha detto...

Eh, si, se solo i nostri genitori e i nostri nonni avessero potuto, avessero saputo davvero raccontarci i loro intimi tormenti, tutto ciò che seppellivano dentro senza fiatare..
Credo che lei, Teresa, sia il non fermarsi mai, lo scoprirsi sempre nuovi, lottare, cambiare, e questo può avvenire sempre, in ogni condizione e fino alla fine dei propri giorni
Oltre, chissà...
Non è mai esistita un'epoca felice e mai esisterà, perchè l'uomo è un essere profondamente imperfetto, dalle enormi sofferenze
Esistono però angoli di paradiso, istanti infiniti, amori incondizionati
Esiste il fatto che la vita trova sempre il modo di sorprenderti, di suonare la sua musica divina
Fosse anche per pochi istanti soltanto

Anonimo ha detto...

Non vorrei essere scortese con la signora Teresina. Anzi vorrei dimostrarLe tutta la mia considerazione ed il mio rispetto.

Anche se mi piacciono davvero le espressioni "...un omaggio all'età che non ha età ...non c'è una età giusta per crescere...", il pensiero ritorna sulla società odierna. Crescere... diventare adulti... vuol dire raggiungere quella maturità di pensiero, fisica e sessuale che ci inquadra in una situazione ben diversa da quell'omaggio che Teresina fa alla Vita, ignorando, forse, il Tempo.
Vuole forse dimostrarmi che non è poi così male rimanere un po' più a lungo tontoloni o bamboccioni?
Anche nel diventare grandi bisogna sbrigarsi, oggi. Quasi Teresina voglia dirmi che se il mondo fosse formato da persone buone di indole, un po' più bambini, con ritmi scanditi da minori affanni, forse si potrebbe vivere in un mondo migliore?

...e poi......
mi piace vedere le coppie di persone che passeggiano e ciascuno ignora il proprio vicino per parlare al cellulare con qualcun altro. E' bello sapere che sono state abbattute le distanze...
e pure l'incomunicabilità.

Teresina che cerca la sua nuova SIM.

Anonimo ha detto...

Carissima Eva, debbo dire che rimango sempre coinvolta dai tuoi scritti; anche se malinconici sono scritti superlativamente bene. (Ti piace il mio Italiano?) L'articolo di Teresina "is very touchy" e` molto dolce e mi ha fatto vedere mia madre sotto un'altra luce. Grazie! Spero che tu ti stia riprendendo. Il clima non aiuta ma dobbiamo trovare la forza dentro di noi. Stiamo entrando in tempi difficili ed abbiamo bisogno della nostra volonta` per superarli.Dedicati alle cose che fanno cantare il cuore. Con tanto affetto Doris grande