COME UNA MUSICA CHE SI DISSOLVE


Sono stata rapita da questa storia, la seconda che leggo, di Maxence Fermine.
E’ una vera storia, un vero racconto.
Come una musica, più che leggerla, si ascolta. Forse ci vorrebbe qualcuno che ce la racconti, come proveniente da una voce fuori campo e che ci lasci così, attoniti, allo stesso modo di una melodia che ci rapisce e da cui non possiamo tornare indietro. Come l’opera che Johannaes Karelsky vuole comporre, che nel momento in cui viene terminata, dopo trentun anni, non sarà alla fine nè udita né cantata . Sembra che tutto si faccia e poi si dissolva, come Venezia che impazza nel suo carnevale , fra maschere, follie, danzatori e commedianti e poi decade irrimediabilmente, allo stesso modo di Erasmus quando riesce a realizzare il suo folle progetto: la costruzione di un violino nero come gli occhi e i capelli, la voce e il corpo di Carla, la sua Musa, la sua Dea veneziana, irraggiungibile e inafferrabile. La Donna diventa non solo ispiratrice ma lei stessa "è" musica. Una musica sublime per cui si resta stregati e alla quale si rimane irrimediabilmente e per sempre incatenati.
Ma proprio quando il violino viene finalmente realizzato, la Dea viene portata via da un male misterioso, come se il violino stesso le avesse tolto l’anima. Tutto sparisce e rimangono le immagini irreali di un sogno, una musica di cui risuonano solo le vibrazioni dentro il cuore.

Non sopravvive nulla di questa storia: né il violino, né Carla, né Erasmus , né l’opera di Johannes, né Johannes . E’ una storia che si sgretola nel suo stesso svolgersi, come Venezia sotto l'acqua alta, una musica che si dissolve dopo aver vibrato solo per un breve attimo.
Perché l’opera vera è quella che si vive, dentro di noi. Tutto ciò che è fuori svanisce irrimediabilmente non appena prende vita.
Viene da chiedersi se ciò che esprimiamo non muoia, secondo l’autore, nel momento esatto in cui viene portato “fuori” di noi e se ciò non sia la fonte del nostro esistenziale dolore.
Ma noi rimarremo in ascolto di questa storia ancora per molto, facendoci rapire, portare via , come un vento che ci solleva in alto, e poi vertiginosamente ci fa cadere giù e toccare terra, per tutte le infinite volte che la ascolteremo.

Come quelle favole che da bambini non ci stanchiamo mai di sentirci raccontare di nuovo dall’inizio. E di cui non accettiamo che venga modificata una sola parola.
Come una partitura di cui non possiamo variare una sola nota.
Una nota struggente di violino.

Maxence Fermine – Il violino nero – 2001 Bompiani

4 commenti:

Elena ha detto...

Ci sono due cose che mi hanno colpito di quello che hai scritto: una donna che "è musica". E' un'espressione che ho già sentito usare, e mi ha stordito. Dire di una persona che "è musica" è un modo di affermare la sua unicità, il suo potere sulle nostre percezioni, la sua complessità, ma allo stesso tempo il suo essere effimero, il suo esistere in un presente che al momento in cui si svela è già dissolto. E' la seconda cosa che mi ha colpita: l'effimero. Una volta mille anni fa qualcuno nel momento stesso in cui mi esprimeva il suo Amore mi disse: e tu sei labile. Ora lo so. Mi stava dicendo che ero musica.

Io credo che questo libro potrebbe essere un dono speciale per una persona speciale. E io ho giusto in mente a chi potrei regalarlo... :-)))
Bacionissimi
Elena

Anonimo ha detto...

Perché l’opera vera è quella che si vive, dentro di noi.
La DONNA diventa non solo ispiratrice ma lei stessa "è" musica.
Questo libro è probabile che varrebbe la pena di leggerlo solo per non rompere l'incantesimo del nostro cercare.
Come dentro "l’astuccio trasparente d’un sospiro" ti senti trasportare lontano. Sorridi perché pensi che ti porterà via, ma alla fine il sorriso svanisce come una musica che si dissolve.
Bene, ora manca solo l'apicoltore

EVA ha detto...

Inafferrabile come la musica forse è anche la vita, che troppo spesso pretendiamo di fermare ripetendo una stessa emozione infinite volte. Invece ogni volta è un unica e irripetibile....così come noi lo siamo solo in quel momento in cui ci viene dichiarato l'Amore. In quell'attimo esatto la nostra stessa immagine sbiadisce, lentamente, prima di svanire del tutto.....

EVA ha detto...

Si, l'apicoltore...è vero. Ma sono tanto attratta da Amazone e dal suo pianoforte bianco....

Sorrido e svanisco.