LE PAROLE CHE NON TI HO DETTO

Un’estate di tanti anni fa….


Un giugno incantato, una Roma magica e assolata , la chiusura delle scuole, e le vacanze….

I timori nascenti, di quell’amore nuovo, sognato solo nei film, vissuto con incredula meraviglia.

Non ti ho detto mai di quella notte in cui ho capito che era Amore , con la finestra spalancata ai grilli dell’estate e un cielo stellato da guardare con occhi sbarrati, pieni di meraviglia e stupore fino al mattino, pensando di vivere un sogno.
E quel primo bacio…chi può dimenticarlo?

Ti ricordi quel Carabiniere che ci rimprovera minaccioso davanti alla Fontana del Gianicolo….?

E dell’impazienza, dei minuti, dei secondi che mancavano a quell’incontro, una impazienza malata che qualsiasi contrattempo , una telefonata, il richiamo di un amico, perfino un semaforo indispettiva, e non pensavi ad altro che alla paura che tutto potesse svanire , perché anche un solo giorno senza quella fuga fuori dal tempo e dallo spazio era insopportabile, significava incedere senza respiro, in una apnea di sofferte e infinite emozioni ….

Il tempo volava o moriva.
Non c’era misura né ritmo, perché era sempre troppo quello da aspettare e troppo, veramente troppo poco quello da vivere….
Ti ricordi quell’albero di fichi selvatici che ci accoglieva e quel caldo che sapeva di fieno, del frinire delle cicale e quel silenzio dell’estate che profumava del rosso dei papaveri….
E tu che mi dicevi che mi dovevo volere bene e quella risata sorpresa davanti al mio seno nudo, doveva essere talmente buffo , per definirlo “barocco”….
E il giro delle Chiese , quelle si Barocche davvero, e il Palatino e tutte le fontanelle in cui bagnavi i tuoi riccioli neri non si sa se per il caldo o per una specie di vezzo quasi femminile.. E poi ancora quando liberammo quel pesciolino rosso alla Tre Fontane….
Le fughe senza fiato, via da Villa Pamphili! mentre già il sole tramontava, tra un bacio e una carezza , con la paura di trovare i cancelli chiusi ma poi mica così preoccupati in fondo, e bisognava arrivare a casa con l'autobus, tutti sudati , scompigliati , con lo sguardo smarrito di chi sta su una nuvola tirata via dal vento....
Che estate quella!
Fu solo quel mese di giugno per me l’Estate , così calda e assolata, in una Roma così deserta , così afosa e sonnecchiante, così luminosa…..

2 commenti:

Elena ha detto...

tutto questo è veramente troppo da sostenere, sai come sia sensibile a questo, non c'è parola o attimo dolore e meraviglia e lacrima che io non riviva leggendo queste frasi, non c'è tesoro o piega dell'anima a cui non rinuncerei per poter solo un istante, solo uno, tornare lì, un attimo solo, guardare quegli occhi, sfiorare quei capelli, tenere quella mano, sentire quel tiepido odore, senza alcuna parola

Anonimo ha detto...

Mi ricorda una storia vissuta tanto tempo fa... La voracità tutta adolescenziale che mi faceva fremere dalla voglia di vivere, dalle enormi aspettative che avevo riguardo a quella magica situazione.
Non volevo perdermi niente, ed anch'io vivevo con immenso fastidio tutto ciò che sottraeva del tempo prezioso alla manifestazione dei miei sentimenti.


AnneDeBueil